Schlagstrom Festival Day 1: 15/08/2008 @ Maria am Ostbahnhof – Berlin (D)

Ad aiutare a completare la trama i dj set di Agent Provocateur, fra i (decisamente troppi) venti minuti tra un gruppo e l’altro.

È proprio un italiano che dà inizio alla quinta edizione del festival, ovvero Condanna.
Progetto solista che definirei a circolazione costante; strutture piuttosto quadrate, ritmo facilmente identificabile e seguibile, che rimane positivamente su un piano più morbido e rarefatto; il suono si articola in virgole particolareggianti al passaggio da una battuta a quella successiva, come volessero incalzare e continuare a dare forza alla musica che procede circolarmente, “mantricamente” in loop.

I Formaline sono un duo tedesco giovane e pieno di energia, eccentrico, espressivo; grembiule e cuffia da mercato del pesce erano però lungi dall’essere in sintonia con le strutture musicali e la performance.
La sonorità nel complesso comprende diverse influenze, tra power noise, strutture ritmiche molto marcate e regolari in 4/4, harsh con scambio vocale tra timbro maschile e femminile occultato da effetti e distorsioni morbide e soffiate.
Non manca l’apparato melodico che riprende la componente trance che ormai ha contagiato diversi generi e che provoca almeno un’oscillazione dei corpi presenti nella sala, se non il totale movimento.
Immagini antiche e di bocche cucite sfilano sullo sfondo.

Il ritmo comincia a spezzettarsi e nel live set degli Exocet, altro duo questa volta interamente maschile.
L’intelaiatura elettronica regolare dei pezzi subisce un attacco fatto di sperimentazione, ritmi sconnessi, riprese, cambi di ritmo ed improvvise aperture melodiche luminose e si rimane sospesi, come varcare una porta metafisica, di quelle in legno ben rifinite, posta su un pavimento bianco senza pareti. Ogni battito è caratterizzato da pienezza ed espressività data soprattutto dal contorno di numerosi suoni e noise usati per creare la totalità.

I Wournous Aileen propongono il live set già gustato al Regio Manicomio svoltosi a Maggio a Collegno ed è inutile dire che lo si gusta nuovamente con un impianto migliore e con la possibilità di studiare di più l’associazione musica/immagine che è una caratteristica propria del duo.
L’esperienza diretta nella cultura industriale originaria è tangibile e possono vantare ormai quasi una ventina di anni di lavoro musicale, iniziato però con un nome diverso.
La performance è caratterizzata da un alto contenuto di realtà, cosa che i W.A. tengono molto a mostrare al proprio pubblico. Produzioni passate comprendevano anche video di vivisezioni e altre tematiche proprie dell’aspetto crudele e decadente del mondo in cui viviamo, ma che necessita di essere conosciuto.
Voglia di conoscere, basta con l’informazione parziale o totalmente assente.

I Beinhaus vengono spesso paragonati agli Einsturzende Neubauten, ma dal mio magro punto di vista penso che questo sia un metro di paragone piuttosto azzardato.
Esistono le cose “esteriori” che hanno caratterizzato anche la musica degli EN agli esordi, come l’utilizzazione di macchine, l’uso di voci sbraitanti, la strumentazione autoprodotta ricavata dal rottame, il suono tipicamente industriale, ma tutto è troppo lontano e disordinato rispetto al modo di fare musica industriale degli EN.
Probabilmente gli EN facevano anche più casino, ma allora esisteva un contesto e una motivazione che al giorno d’oggi è solo un ricordo e di cui rimane solo l’involucro.
I Beinhaus sono i Beinhaus oggi e non vent’anni fa, il paragone pertanto non regge.
Viene manifestata un sacco di energia e la performance nel complesso, così come è e soprattutto al di là di inutili termini di paragone, risulta molto intensa, tra distruzione, scaglie infuocate, melodie distorte, rumori, violenza …

Cervello Elettronico è un progetto solista dell’italo americano Snarf.
La performance si apre con suoni tipicamente ambientali, come folate di vento che accolgono mentre si entra in una dimensione completamente diversa da quella degli scatenati Beinhaus.
La struttura dei pezzi è molto regolare ed è caratterizzata da un insieme di generi: trance, techno e leggere influenze power noise.
Tutto convoglia in modo circolare, tra immagini disturbate da squarci di nero.
Il live set è quindi regolare e abbastanza trascinante da preparare il pubblico al devasto finale che comincia con 100blumen (o gemello, a detta mia, di Kaspar Hauser di Herzoghiana).

100blumen è un altro progetto solista, i fiori che porta non sono per qualche evento commemorativo o strappalacrime, ma sono fiori di estrema violenza, rumore, power noise che spacca davvero i culi (“avviso” che appare tra l’altro su Google in prossimità dell’url del sito ufficiale).
Il rumore e la distorsione sono pesanti, recalcitranti, si fanno avanti come il tentativo faticoso di correre nell’attenzione del sogno e grattano via tutto ciò che incontrano.
La personalità allegra e simpatica dell’artista si riflette anche in alcuni momenti ironici e gingle fanciulleschi destinati ad essere massacrati.

L’ultima volta che mi è capitato di vedere Imminent live è stato al Boccaccio, dove l’impianto purtroppo non era abbastanza per contenere e tenere ordinati i suoni dei pezzi.
L’impianto del Maria ha dato più giustizia alla potenza inaudita del set, permettendomi di captare meglio le particolarità sonore nascoste dentro al ritmo e al rumore.
Power noise, techno industriale, sporchissimo; energia che invade e tracce che sembrano non finire mai e incalzano facendo andare in totale delirio il pubblico.
Quando il battito è pulito sembra che faccia da fondo di basalto per il rumore che vi galleggia al di sopra.

Chiusura potente e decisamente divertente da parte dei Catholic Boys in Heavy Leather, ovvero Joke Stryker alla voce e Rotor Siffredi addetto al massacro esclusivamente tramite scariche abbondanti di noise e ritmi superiori ai 150bpm.
La loro peculiarità è quella di riprendere pezzi celebri e farne delle cover, tra tutte spicca senz’altro Tanz der Mussolini dei Deutsch Americanische Freundschaft – e dire che l’esecutore originale, ai tempi, si presentava sul palco in mocassini, canottiera da panettiere e pantaloni slavati.

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